Nel Golf è sempre molto importante ragionare sulla strategia evitando di essere sedotti solo dalla potenza del tiro.
Immaginiamo che la buca illustrata sia un Par 4 da 240 m: questo lascia 2 colpi per arrivare al green e imbucare con i residui due. Molti vengono affascinati dalla soluzione più semplice che prevede un colpo potente rasente o sopra il gruppo di alberi con la speranza di arrivare sul green con un solo colpo: ma questa si rivela una scelta sbagliata perché difficilmente disporremo della capacità di effettuare un drive di tale potenza sufficientemente preciso. A parte casi fortunati ne risulterà un colpo forzato, impreciso che se non viene fermato dagli alberi finirà in una zona non favorevole o nel rough perché nella ricerca della potenza spesso si commettono errori fatali che deviano la traiettoria imprevedibilmente.
La soluzione più efficace è invece quella che prevede un colpo di avvicinamento sui 150 m e un secondo più corto entrambi molto controllabili e che faranno quasi certamente arrivare non solo sul green la seconda palla giocata ma anche in ottima posizione per giocare chance importanti per ottenere un birdie cioè imbucare con un colpo in meno rispetto al Par.
La logica permette di apprezzare come la seconda soluzione, apparentemente più prudente, è invece la più aggressiva e con le maggiori probabilità di riuscire a fornire un risultato eccellente. La prima invece, pur più appariscente, non produrrà se non occasionalmente risultati positivi e rischierà invece di produrre frequentemente uno o più bogey cioè colpi sopra il Par. La difficoltà naturalmente risiede nella valutazione della migliore strategia ma puntare solo sulla potenza non è una scelta vincente.
Anche quando la pallina finisce malauguratamente nella sabbia di un bunker dovremo concentrarci sulla precisione del colpo accettando che la sabbia assorbirà una grande percentuale della potenza e la traiettoria non sarà in ogni caso troppo lunga quindi incrementare la potenza a scapito della precisione non sarà pagante perché probabilmente potremmo fare qualche metro in più ma con rischi inaccettabili quali ottenere una direzione errata o persino rimanere nel bunker. In questo caso sarà più utile concentrarci su un esecuzione equilibrata che eviti rischi eccessivi e massimizzi le possibilità di rientrare in gioco efficacemente.
Analogamente se la pallina finisce nell’erba incolta e alta del rough dovremo accettare una diminuzione di potenza generalmente pari a due bastoni cioè del 20 – 30% quindi anche in questo caso non sarà utile barattare equilibrio e precisione per un incerto incremento della distanza
Sia nella sabbia che nel rough non possiamo semplicemente utilizzare un bastone più potente per controbilanciare l’assorbimento di potenza poiché così facendo la faccia meno inclinata potrebbe compromettere l’efficacia del tiro magari impedendogli di uscire dall’ostacolo.
Gioco Lungo e Gioco Corto
Nelle buche par 4 e 5 la prima preoccupazione è di arrivare in vista della bandiera e il primo o i primi colpi vengono caratterizzati dalla scelta del bastone con la pallina lanciata da uno swing completo al massimo delle possibilità per ottenere la distanza più lunga nella direzione desiderata. Nelle buche lunghe con fairway diritto e ampio bisogna solo preoccuparsi di lanciare la palla diritta ed il più lontano possibile.
Nei Links, i tradizionali campi da Golf scozzesi, invece la situazione non è così semplice perché intervengono considerazioni strategiche e tattiche legate alla scelta del bastone e alla distanza. In questo tipo di buche si deve spesso scegliere se tentare un tiro al massimo delle possibilità personali rischioso ed incerto oppure concentrarsi su una distanza inferiore con un tiro di maggior precisione e più prudente. Spesso tra le due possibilità si trova anche un ostacolo come una zona di fairway più stretto, o un ostruzione. E’ indispensabile redigere sin dall’inizio una personale tabella delle distanze che usualmente siamo in grado di raggiungere con ciascun bastone. Possiamo costruirla mentalmente oppure più efficacemente annotandola su una scheda dedicata ad ogni partita o anche memorizzarla sul telefonino-palmare, contando i passi mentre ci spostiamo per raggiungere la pallina camminando con andatura regolare della quale conosciamo l’ampiezza (normalmente tutti hanno un passo regolare basta verificarne la lunghezza che dipende dalla statura e varia in genere tra 60 e 100 cm) e moltiplicando il numero dei passi per la loro ampiezza (80 passi x 70 cm = 56 m) oppure utilizzare un GPS. La tabella varierà nel tempo e ci fornirà una chiara valutazione dei nostri progressi oltre a riferimenti utilissimi nei tiri. Uno dei progressi più significativi sarà il progressivo aumentare della regolarità delle prestazioni: mentre agli inizi capiterà ad esempio di eseguire un tiro più lungo con ferro 7 rispetto ad uno con un ferro 5, quando avremo assimilato i movimenti di base eseguendo con regolarità gli swing otterremo anche tiri e distanze uniformi e scalate di circa 10 m tra ferri diversi e finalmente con il ferro 5 lanceremo sempre la palla più lontano di circa 20 m rispetto a quanto siamo in grado di fare con il ferro 7.
Nelle buche par 3 e negli ultimi critici 100 m di tutte le buche è necessario invece calibrare la distanza del tiro in modo molto più tecnico, basandosi oltre che sulla scelta del bastone anche su altri fattori quali la sensibilità individuale e l’allenamento regolare. Nel gioco corto la gittata del tiro dipende da
-Scelta del bastone, numeri bassi = tiri più lunghi
-Scelta dello swing, effettuandone solo una parte e iniziando il movimento senza alzare il bastone nella posizione classica ma solo proporzionalmente alla distanza che desideriamo raggiungere. E’ importante anche prepararsi mentalmente a fermarlo nella stessa proporzione per evitare di trasmettere eccessiva energia al momento dell’impatto con la pallina. In pratica se decidiamo di effettuare un mezzo swing lo inizieremo e lo termineremo in posizioni intermedie
-Posizione del corpo, avvicinando i piedi e piegando meno le ginocchia otterremo distanze inferiori e viceversa
-Posizione dell’impugnatura, facendo scendere l’impugnatura si accorcia la leva costituita dallo shaft che ha il fulcro nella posizione delle mani accorciando il tiro perché si trasmette meno energia
-Apertura della faccia e della linea del corpo, è un ulteriore sistema di controllo però molto difficile che richiede un controllo avanzato della posizione, dello swing e della testa del bastone all’impatto con la palla assolutamente inadatto a chi inizia.
La strategia è quindi un aspetto fondamentale.